STOP ALLA VIOLENZA. Educare i ragazzi per un futuro migliore

Articolo su Luna Nuova 24 novembre 2023

Immagine Marina Ricchi – Powered by AI

Violenza sulle donne

di Maria Grazia Cavallo
26 Gennaio 2024

Una corretta informazione sui diritti è basilare

STOP ALLA VIOLENZA. Educare i ragazzi per un futuro migliore
Condividi su Facebook
Condividi su Linkedin
Nell’ambito dell’attività di informazione e sensibilizzazione sul tema ho tenuto diversi incontri con i ragazzi dei licei torinesi, ma i codici parlano un linguaggio tecnico, difficile da interpretare e talvolta anche noioso, specialmente per i ragazzi.E dunque, lo scorso anno, per parlare agli studenti avevo scelto di cominciare  leggendo un racconto sulla violenza in famiglia.Un modo per semplificare la spiegazione di un tema drammatico, offrendo esempi concreti su cui riflettere e discutere assieme. Le parole giuridiche sarebbero arrivate dopo.In una particolare occasione andò proprio così, e molto bene. Gli studenti seguivano con attenzione: li vedevo coinvolti, percepivo la loro maturità mentre articolavo le varie fasi dell’intervento.
Riconoscersi nel dramma
Poi, durante una pausa, mi si avvicinarono tre persone: due professori e una psicologa. Mi dissero che le semplici parole del racconto avevano forse “sbloccato” qualcosa in una studentessa che stavano seguendo.La ragazza era sempre stata eccellente negli studi, ma da qualche tempo era diversa: taciturna, distratta, triste, asociale. Il suo rendimento era crollato, l’anno scolastico forse compromesso.Loro avevano convocato i genitori, ma questi non si erano mai presentati ai colloqui. Quella mattina l’avevano osservata con discrezione durante la lettura del racconto, ne avevano studiato le reazioni. Si era commossa, dava l’idea di essere fin troppo coinvolta dal racconto, aveva trattenuto le lacrime con molta discrezione: quasi nascondendo gli occhi coi capelli, abbassando il volto, facendo finta di soffiarsi il naso col fazzoletto, finché era uscita di corsa dall’aula.La trama del racconto si svolgeva in una casa come tante, in un giorno come tanti di una famiglia cosiddetta “normale”: padre, madre, figli grandi e piccoli.